Nel pomeriggio viene proiettato “Operazione Lombardia”, di Fulvio Bernasconi, un mockumentary girato tra Svizzera e Italia, che indaga la politica e le sue trame. Sconvolge e sconcerta, ma soprattutto confonde. Troppo sottile il confine tra realtà e finzione, ciò che è assurdo appare plausibile, ma è proprio questo il fine ultimo del “falso documentario”, concepito per la televisione e già andato in onda in Svizzera per la Rsi. “Ho proposto un’idea folle, pensavo mi cacciassero” spiega il regista “poi che non lo producessero e che non venisse mandato in onda, invece è andata bene in tutti i casi”. Nel 2012 sembra che la Lombardia, fomentata dalla Lega Nord, avesse deciso di diventare il 27esimo cantone svizzero. Lei, perché la Svizzera poi non era tanto d’accordo!
Il film è la storia assurda ed inquietante di come si prendano i contatti tra banche e politica, dei tentativi di ricatto, delle proposte e degli accordi fra stati, e di come giovani funzionari possano essere inviati da un paese all’altro per contrattare, dietro incontri di facciata, la cessione di territorio nazionale. Sembra un revival in chiave moderna dell’Europa al tempo delle monarchie, con un sottobosco in cui s’aggirano giovani James Bond che conoscono il “gioco del preservativo umano” e frequentano graziosissime escort con cui rischia di scattare l’amore, oltre al sesso. La telecamera di una presunta rete televisiva si trova a intervistare il personaggio inventato di Andrea Zuercher, il suo amore d’una notte Julie Marin, escort, così come altri volti noti: Gad Lerner, per citarne uno. Tracciando una trama che parte dallo scandalo Ruby, passando per le mani di Berlusconi e i festini di Arcore, e arriva in Svizzera, alle vicende legate al taglio dei ristorni per i frontalieri e l’ipervalutazione del franco svizzero. Frattini e Micheline Calmy-Rey che, fuori dall’occhio indiscreto delle telecamere, avrebbero trattato l’acquisto della Lombardia; la Goldman Sachs che entra nella partita: succede di tutto e di più.
Quando vedi Elio e le Storie Tese incaricati di scrivere l’inno del nuovo cantone, non ce la fai: o scoppi a ridere se hai capito il gioco, o ti cade la mascella a terra e gridi “Venduti!”. La prostituta che afferma semplicemente: “Io non mi interessavo a quello che succedeva di giorno”. Ancora riproposto l’ambiente ‘disinvolto’ in cui il Premier trattava gli affari, roba da divo americano in piscina con lo spumante. Per un attimo si passa dal thriller ansiogeno al melodramma all’italiana: “sarà amore tra Julie e Andrea?” ci si chiede. Tutto questo per darci piccoli momenti di lucidità dopo averci somministrato un potente allucinogeno. Di termini politico-economici ci capisco ben poco, sono tentata di chiamare la mia amica che studia Economia alla Bocconi. Forse questo è un film per i Bocconiani, o gli iscritti a Scienze Politiche: senza il necessario background perdi dei passaggi, e come un pesce abbocchi all’amo e segui la storia, ridicola e romanzata, iperbolica, di Andrea e Julie, e degli ‘intrighi di palazzo’, come faresti con qualche sitcom della Rai. A un certo punto si intervistano i cittadini svizzeri, allibiti e contrariati: “Certo che non li vogliamo altri italiani, così il caos che hanno rimane a casa loro”. Eh, c’hanno ragione! Poi adattare le infrastrutture lombarde agli standard svizzeri sarebbe un’impresa enorme, per non parlare dei problemi sociali che ingenererebbe un largo aumento della percentuale degli italiani e delle loro rappresentanze in parlamento. Il consiglio federale non vuole minare l’unità nazionale, però succede l’inaspettato: il franco svizzero si ipervaluta, e questa volta sono gli svizzeri a ripensarci. “Se annettiamo la Lombardia si potrebbe formare una nuova Silicon Valley con Milano e la Svizzera guadagnerebbe la pianura padana”. Allora entrano in gioco poteri ancora più grandi, come la finanza, e le cose precipitano.
Andrea che entra nella sede centrale della Goldman Sachs usando le sue abilità mimetiche e confondendosi con le porte, e poi si spertica in acrobazie da Kung Fu Panda, tentando la fuga una volta che l’impropria telefonata del Cavaliere aveva fatto scattare gli allarmi.. a quel punto o capisci o capisci, e scoppi a ridere. Ironico e sferzante, cervellotico, disorientante, si rischia che la gente non colga oltre la superficie e quindi ecco che la produzione sta ricevendo mail dallo strano contenuto, come quella d’un gruppo indipendentista sardo che si congratula per l’idea e chiede delucidazioni.